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FESTIVAL: COLLEZIONE PRIMAVERA-ESTATE

ti ci potrebbero volere 8′ minuti di lettura,quasi come 2 canzoni ad un live

La musica muove la gente, è un motore. È contemporaneamente una ragione ed una compagna di viaggio. Ci muoviamo con la musica e ci muoviamo per la musica. Ci fa uscire di casa, ci porta a scoprire nuovi contesti. Ci guida. Ci identifica e ci fa identificare. La musica è transitiva. Lei prima sposta le persone, e poi le fa ballare. Nel mentre genera posti di lavoro ed indotto per i luoghi che vorranno accoglierla.

Ho viaggiato sulle sue tracce, mi sono lasciato trasportare ed ho provato ad inseguirla. Talvolta è troppo veloce, non riesco a starle dietro, a tenere il suo tempo. Allora salto, spingo, ballo e danzo, sperando di continuare a potermi muovere con lei o per lei.
Questo mio scalpitare, questa voglia di esserci, di cantare e di decantare mi ha portato a frequentare due festival, dopo due anni di pausa, in due settimane. Sarebbe facile dare la colpa alla musica, ma la curiosità era troppa, e l’occasione ghiotta.

PRIMAVERA SOUND
Location? Barcellona
C’era tanto hype nell’aria, due week end di eventi per recuperare almeno un’edizione saltata, il modo migliore per festeggiare la ventesima edizione. Sold Out da mesi. L’equivalente di una città di provincia di 100.000 persone si è riversata su Barcellona, e la città ha saputo ripagare (e ripagarsi) le aspettative degli “abitanti” del festival che per due week end hanno occupato ballando la zona del Forum di Sant Adrià. 

I posti letto in città sono andati esauriti da tempo (non c’è il campeggio) e trovare da dormire a prezzi accessibili non è stato semplice, ma ci siamo; inseriamo il codice datoci via e-mail dal gestore dell’immobile per aprire la porta di ingresso e arriviamo a destinazione: un condominio con 9 appartamenti in affitto, Sold Out anche qua. La macchina organizzativa implementata è stata all’altezza, la rete del trasporto pubblico ha dimostrato di essere abituata ai grandi eventi organizzati per intrattenere noi turisti.

Le ragioni per venire a Barcellona sono molteplici, se non si viene per la musica, c’è l’arte, gli eventi sportivi e musicali, le Ramblas, il calcio. Già il Fútbol è una grande industria cittadina, il Camp Nou va riempito, e anche solo visitarlo è una tappa must; gli abbonati stanno calando in seguito ad una politica di prezzi al rialzo, ma meglio no? Più spazio per noi turisti calciofili, basta pagare. Il Primavera insomma è mes que un festival, è la finale di Champions League dei Festival. Dove i prezzi di qualsiasi bene / servizio salgono, ma tutti vogliono esserci. Barcellona d’altro canto è una destinazione talmente affermata che sui suoi muri sono apparse le scritte dei comitati dei cittadini contro gli affitti brevi. Tema interessante questo.
La lingua del festival è l’inglese, la parlano i volontari all’ingresso (2 livelli di controlli), la parlano i cantanti, la parla chi ci lavora e chi lo frequenta. Gli spagnoli ci sono, ma sono in netta minoranza. Music is coming home.

E la Musica?
La città vive di musica. Vive con la musica. La si può cogliere in qualsiasi luogo, a mano a mano che ci si muove, sarà lei a seguirti. Nelle piazze dove si va con lo skateboard, lungo la spiaggia della Barceloneta dove si fa esercizio fisico, uno speaker portatile non manca mai. Nelle metropolitane vanno in scena artisti di strada che intrattengono i viaggiatori tra una fermata e l’altra. Ogni locale o esercente ha il suo stile musicale. Barcellona è una città cosmopolita che suona melodie da tutto il mondo, che si muove e che ha nella sua cultura la musica, Manu Chao docet.

Si ma…il Festival?

Impressionante. Il Primavera assorbe chi vi partecipa. Non è un festival per solitari. È un rito collettivo. Un’unione di persone e nazionalità. Un susseguirsi di attese: per i concerti, per mangiare (rigorosamente food track), per bere, per i mezzi di trasporto, per i bagni. Si fanno le code per il gusto di farle. Si è costantemente immersi nel fiume della folla che scorre ordinatamente a ritmo tra un palco e l’altro, le tipologie di persone si ripetono, il look conta, ma è raro fare amicizia e incontrarsi di nuovo. Si calpesta talvolta una distesa di cemento, talvolta dell’erba sintetica, sapientemente installata. È più facile perdersi che ritrovarsi. I 14 palchi, rigorosamente col proprio sponsor, diventano nel giro di tre giorni il tuo universo. Superato lo spaesamento iniziale si inizia a chiamarli per nome dando loro confidenza, ed è come spostarsi da un locale all’altro della tua città, bisogna pianificare attentamente dove andare, cercare parcheggio insomma, il tempo che ci vuole per arrivarci, le attese, non si improvvisa. Si vive in un’altra dimensione. D’un tratto farà giorno, e tutto termina. Ci vuole allenamento, mentale e fisico. 

Indice di indotto generato e coinvolgimento cittadino: 8/10
Ci tornerei? Probabilmente no
Quanto è costato il biglietto? 255€ / 3 giorni
Lo consiglierei? Ovvio! Sono poche le cose che non consiglio
Lineup? https://www.primaverasound.com/en/barcelona/weekend-2-programme-2022


INMUSIC FESTIVAL
Location? Zagabria
L’Inmusic spegne 15 candeline e lo fa invitando i suoi amici più stretti. Quelli che lo hanno visto crescere sulle rive del lago artificiale di Jarun. Il Sold Out è un’opzione remota, sui social dell’evento si continuano a promuovere gli abbonamenti e i biglietti per le singole serate. Ci si arriva con calma per i concerti, post tramonto. È un festival anomalo, le date vanno dal lunedì al giovedì, i suoi partecipanti, per lo più croati, per lo più di Zagabria, lavorano durante il giorno, ed al termine si concedono una pedalata fino davanti le porte del festival. C’è grande fermento, la gente si abbuffa ai baracchini del cibo, i bambini in braccio ai genitori si godono concerti di artisti che un giorno potranno dire di aver visto. È un festival organizzato per i residenti, dove qualche curioso cerca di imbucarsi.
C’è anche il camping, immerso nel verde di un’isola, ma l’alloggio lo abbiamo in periferia di Zagabria, dove ad accoglierci troviamo Ivana e David, una giovane coppia contenta di mostrarci il loro bilocale al piano interrato prenotato con poco anticipo. All’interno sono esibiti come trofei i certificati di eccellenza rilasciati da Booking.com. David ci ha lasciato un biglietto con scritti i canali della tv italiana. È da anni che non la guardo, ma il gesto è lodevole.

Zagabria è serena, stupita e sbigottita nel vedere dei visitatori venuti per la musica, i turisti vanno sulla costa dalmata di solito, non qui. Non sembra quasi accorgersi della presenza del festival; il comitato di accoglienza è lasciato ai moltissimi murales dei Bad Blue Boys, gruppo ultrà (e di ultradestra) del tifo organizzato della Dinamo Zagabria. Ci tengono a marcare il territorio, in periferia più che in centro. L’Inmusic è l’Europa League dei festival, lo stadio è più piccolo, ma sottopalco si accendono i fumogeni. Si parla croato, si seguono le usanze del posto.

E la Musica?

Zagabria ha una grande tradizione musicale, orientata verso la classica. In centro, in un parco davanti alla stazione, fervono i preparativi per l’imminente festival orchestrale all’aperto. In città si ascolta musica croata, e vi è fermento attorno ad un’emergente scena musicale locale, per la quale è stata prevista per ogni giorno del festival un’esibizione nei due palchi minori. Due anni fa la città ha ospitato l’Eurovision, da sempre molto sentito ed ascoltato.

Si ma…il Festival?

L’Inmusic ha tre palchi, Main Stage, World Stage ed Hidden Stage, un dj set in un boschetto, una tenda dedicata ai silent party ed un’altra tenda a forma di cupola per il karaoke. L’offerta è variegata e divertente al tempo stesso. Le code raramente ci sono, sottopalco ci si arriva comodamente ed in poco tempo. È raro che due artisti si sovrappongano, ed è piacevole ed immediato fruire dei concerti. Gli artisti apprezzano la carica della folla locale. È facile conoscere gente, fermarsi a fare due chiacchere, e rincontrarla nei giorni seguenti. I palchi sono all’interno di un parco, ed è bello ascoltare i concerti sedendosi sull’erba, o ammirando i canottieri che si allenano a pochi metri da te. C’è un clima di festa nell’aria. I partecipanti sono 15 mila a serata all’incirca, costantemente sorvegliati da un notevole dispiego di security privata o di polizia; nessuno assume sostanze di alcun genere dentro il regno del festival. Ci si gode l’esperienza e si guarda alle prossime edizioni fiduciosi.

Indice di indotto generato e coinvolgimento cittadino: 4/10
Ci tornerei? Probabilmente sì
Quanto è costato il biglietto? 84€ / 4 giorni
Lo consiglierei? Ovvio! Sono poche le cose che non consiglio
Lineup? https://www.inmusicfestival.com/program/2022

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